tag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post9197906173333759171..comments2024-03-19T21:41:42.835+01:00Comments on Poemas del río Wang: Moscow's courtyards / Patios de MoscúStudiolumhttp://www.blogger.com/profile/06377777909296284368noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-48706996679750105632010-09-08T16:07:28.788+02:002010-09-08T16:07:28.788+02:00che bella cosa, per un uomo, avere il rifugio di u...che bella cosa, per un uomo, avere il rifugio di una simile biblioteca. Non c'è quasi bisogno di altra difesa dall'assedio di certe bassezze della vita (e alla bellezza della vita stessa, invece, porte aperte).<br />Non so se potrà mai servire, ma in ogni caso incollo qui la versione corretta del mio ricordo precedente:<br />Lascio un ulteriore ricordo, sollecitato da queste splendide foto, ed è il ricordo di un odore.<br />Da bambino mi accadeva di restare in città, d’estate. Entrambi i miei genitori lavoravano come operai, non c’era nessuno che potesse badare a me durante il giorno e, a parte alcuni brevi soggiorni nella colonia estiva della fabbrica di pneumatici dove lavorava mia madre (le colonie estive meriterebbero un ricordo a parte), ad agosto restavo in una città che, addormentatasi la notte prima affollata e operosa, si risvegliava nel primo giorno di ferie deserta e silenziosa. La maggior parte degli abitanti partiva infatti per le vacanze la notte stessa del giorno in cui chiudeva per ferie la grande fabbrica di automobili della città, la FIAT, riversandosi in code interminabili e lente lungo le autostrade che portavano al sud del Paese, da cui tantissimi operai erano emigrati in cerca di lavoro.<br />Ricordo le strade ampie e dritte della periferia d’improvviso vuote di automobili e persone. I negozi della città erano chiusi, le scuole erano chiuse, le chiese e gli oratori erano chiusi. <br />Quel mondo sospeso e afoso diventava allora il regno dei pochi bambini del quartiere che restavano in città come me. Esploravamo vicoli, cortili, magazzini di officine, depositi dei tram, cantine. Restavamo fuori casa dal mattino fino a sera, rientrando solo per riscaldare un rapido pranzo preparato dalle nostre madri alla mattina presto, prima di andare in fabbrica. <br />Avevamo vecchie biciclette con cui ci sembrava di poter raggiungere i confini del mondo conosciuto (un mondo non più grande di un quartiere), palloni sgonfi per il lungo utilizzo che rimbalzavano lungo i vialoni roventi divenuti lunghissimi campi da calcio, fionde dagli elastici logori e inoffensivi con cui dare la caccia a imprendibili colombi. <br />Durante quella vita mai più vissuta accadeva talvolta che si scatenassero improvvisi temporali gonfi di elettricità. Mentre ci riparavano in fretta contro i portoni chiusi delle case, dalla strada calda saliva l’odore dell’asfalto bagnato dai primi goccioloni. <br />Era l’odore della città che respirava. <br />Quell’odore – lo sento anche adesso, come in un’improvvisa memoria olfattiva – era per me il sigillo alcolico e stordente di quella (troppo breve, anche se non lo sapevo ancora) calda libertà.Effenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-61502586522955383882010-09-07T15:24:07.630+02:002010-09-07T15:24:07.630+02:00Macché scuse. Bene, allora cercherò io alcune foto...Macché scuse. Bene, allora cercherò io alcune foto della periferia di Budapest degli anni 60-70 per illustrarlo. Già mi pare un album dove ne troverò delle bellissime; devo localizzarlo in biblioteca.Studiolumhttps://www.blogger.com/profile/06377777909296284368noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-71218319523749317462010-09-07T15:17:03.260+02:002010-09-07T15:17:03.260+02:00chiedo tre volte scusa:
- per il ritardo di questa...chiedo tre volte scusa:<br />- per il ritardo di questa risposta<br />- per i molti refusi del testo (ho scritto quel commento di getto, prima che quell'odore mi passasse di mente)<br />- per non sapere dove trovare foto in bianco e nero di una periferia urbana e deserta<br />FEffenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-45371124449135725052010-08-19T11:06:37.896+02:002010-08-19T11:06:37.896+02:00Любитель = Lubitel. And you can still, in this rot...Любитель = Lubitel. And you can still, in this rotten digital age, buy a new Lubitel!<br /><br />And the photographer is a very good photographer indeed.jshttps://www.blogger.com/profile/14649905402946783306noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-21458833600292673572010-08-12T20:08:07.684+02:002010-08-12T20:08:07.684+02:00Bellissimo ricordo. Mi piacerebbe di pubblicarlo c...Bellissimo ricordo. Mi piacerebbe di pubblicarlo così com'è, in un post. Cercavo fra i miei album di fotografie della Budapest di quei anni alcune fotografie per illustrarlo, ma non ho trovato niente che veramente corrisponderebbe ad esso. Non potresti raccomandare tu alcune?Studiolumhttps://www.blogger.com/profile/06377777909296284368noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-85835773197212170742010-08-12T10:49:53.760+02:002010-08-12T10:49:53.760+02:00Lascio un ulteriori ricordo, sollecitato da queste...Lascio un ulteriori ricordo, sollecitato da queste splendide foto, ed è il ricordo di un odore.<br />Da bambino mi accadeva di restare in città, d’estate. Entrambi i miei genitori lavoravano, non avevo nonni (morti tutti e quattro prima della mia nascita) e, a parte alcuni bervi soggiorni nella colonia estiva della fabbrica dove lavorava mia madre (le colonie meriterebbero un ricordo a parte), ad agosto restavo in una città che diventava del tutto deserta. <br />Ricordo le strade ampie e dritte della periferia d’improvviso vuote di automobili e persone (la maggior parte della gente partiva per le vacanze tutta insieme, nel giorno stesso in cui chiudeva per ferie la grande fabbrica della città, la FIAT, e si riversava in code interminabili lungo le autostrade che portavano al sud, da cui tantissimi operai erano emigrati). <br />I negozi erano chiusi, le scuole erano chiuse, le chiese e gli oratori erano chiusi. <br />Quel mondo sospeso e caldissimo diventava il regno dei pochi bambini del quartiere che restavano in città con me. Esploravano vicoli, cortili, magazzini di officine, depositi, cantine. Restavamo fuori casa dal primo mattino fino a sera, rientrando solo per un rapido pranzo riscaldato, preparato al mattino dalle nostre madri prima di andare in fabbrica. <br />Avevamo vecchie biciclette con cui ci sembrava di poter conquistare il mondo (un modno grande come un quartiere), palloni sgonfi per il lungo utilizzo, fionde inoffensive. <br />Durante quella vita mai più vissuta, accadeva talvolta che si scatenassero improvvisi temporali estivi. Mentre ci riparavano in qualche portone, dalle strade calde saliva l’odore dell’asfalto bagnato. <br />Era l’odore della città che respirava. <br />Quell’odore – lo sento anche adesso, come in un’improvvisa memoria olfattiva – era per me l’odore alcolico e stordente di quella (breve, anche se allora non lo sapevo) libertà.<br /><br />FEffenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-13630726994026342872010-08-12T10:32:39.745+02:002010-08-12T10:32:39.745+02:00Anche questo è un angolo necessario di memoria, im...Anche questo è un angolo necessario di memoria, immagini che ricordano la realtà italiana del dopoguerra. <br />Mi colpisce molto la presenza dei bambini che giocano per le strade, sembra una versione moscovita e urbana dei Ragazzi della via Pal.<br />Ormai qui da noi è impensabile vedere dei bambini che giocano liberamente nelle strade e nei cortili. I cortili non esistono quasi più, e per le strade nessuno si sognerebbe di lasciar andare i propri figli, troppi pericoli, troppi divieti.<br />Se dovessi indicare cosa manca nelle nostre città, direi proprio questo: i bambini che giocano tutto il giorno per strada e rientrano alla sera sporchi, laceri, con qualche graffio, e felici (pronti a subire la consueta sgridata da parte delle loro madri)<br />FEffenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-38619836679167030172010-08-12T09:48:32.760+02:002010-08-12T09:48:32.760+02:00Thank you for reading and commenting it.
Thank yo...Thank <i>you</i> for reading and commenting it.<br /><br />Thank you, Irina, for the confirmation. Incidentally, <a href="http://flora.over-blog.org/" rel="nofollow">flora</a> has just written something similar in the Hungarian version of the post: „I was a student in Moscow in 1969-70. I have really found in these photos the atmosphere of Moscow of those times as well as that characteristic chaos taking no care of beauty and order, that really human, but depressing and absolutely not cheerful mood…”Studiolumhttps://www.blogger.com/profile/06377777909296284368noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-49769270342731189852010-08-12T01:42:27.218+02:002010-08-12T01:42:27.218+02:00A wonderful essay- thanksA wonderful essay- thanksTadeusz Deręgowskihttps://www.blogger.com/profile/09378375790198719875noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4565845984512808077.post-13887082917631601322010-08-11T23:10:56.451+02:002010-08-11T23:10:56.451+02:00All theses photos may be commented with the only R...All theses photos may be commented with the only Russian word: "Обалдеть!"<br /><br />And the major part of these Moscow yards has disappeared, together with their inhabitants....<br /><br />Thanks for the post!Irenehttps://www.blogger.com/profile/15503906215356577906noreply@blogger.com